The Old Fight Appeal

Quando The Old Guard è approdato su Netflix, ha ridefinito il concetto di film d’azione di supereroi: radicato, incentrato sui personaggi e brutale senza sacrificare l’eleganza. Ora, con The Old Guard 2, la domanda è: i combattimenti si sono evoluti o il franchise ha perso il taglio netto che ha contraddistinto il primo film?

Il DNA degli immortali

The Old Guard 2 torna con la promessa di alzare il livello della guerra immortale e, per la maggior parte, lo fa. Il primo film è stato lodato per le sue battaglie intime e incentrate sui personaggi: coreografie serrate, precisione letale e il brivido viscerale di vedere guerrieri secolari combattere con la compostezza di tattici esperti.

first fight scene of The Old Guard

Il sequel mantiene intatto quel DNA, ma allarga l’obiettivo, privilegiando ambientazioni ampie e scontri di dimensioni maggiori che si estendono su skyline urbani e luoghi ricchi di storia. Si perde un po’ di tensione, ma in cambio si ottiene un senso di spettacolarità più grande che ci immerge nella brutale bellezza dei combattimenti immortali.

L’evoluzione dello stile di combattimento

Uno degli elementi più convincenti è l’evoluzione degli stili di combattimento. Andy di Charlize Theron, il leader segnato dalle battaglie, combatte con una ferocia più pesante e deliberata che riflette i suoi secoli di esperienza. Nile, interpretata da Kiki Layne, è cresciuta nel suo ruolo, fondendo le sue radici militari con la fluida precisione che ha imparato da Andy. Ma è Uma Thurman a rubare la scena in diverse sequenze chiave. Brandendo una lama con fredda eleganza, evoca ricordi della Sposa di Kill Bill: ogni fendente e parata è un mix di grazia e spietata efficienza, come se Beatrix Kiddo stessa fosse passata nei ranghi immortali.

Best fight scenes of The Old Guard 2

La coreografia beneficia di una migliore coordinazione degli stunt e di riprese più lunghe che mettono in mostra l’atletismo grezzo del cast. Gli effetti di rigenerazione sono inseriti senza soluzione di continuità nelle battaglie, le ferite si sigillano a metà combattimento in un ricordo viscerale della maledizione della squadra. Il ritorno di Quynh aggiunge un’energia selvaggia e quasi ferina alla dinamica della squadra, il suo stile di combattimento sfrenato e imprevedibile, un perfetto contrappunto alla brutalità disciplinata di Andy e alle tattiche adattive di Nile. Il gioco delle armi, le antiche polearms che si scontrano con le moderne armi da fuoco, sembra una cronaca vivente di secoli di spargimenti di sangue.

Verdetto finale

Se il combattimento del primo film riguardava la sopravvivenza, quello del sequel riguarda l’evoluzione. Più grande nella portata e più audace nell’ambizione, The Old Guard 2 sacrifica un po’ dell’intimità dell’originale per una maggiore spettacolarità, ma non perde mai di vista i personaggi dietro le lame. Sostenuto da un cast di interpreti di primissimo piano e guidato da coreografie di combattimento inventive e cariche di emozioni, consolida la reputazione del franchise di offrire alcune delle sequenze d’azione più caratteristiche e incentrate sui personaggi del cinema moderno.