Grandi anime fuori dal Giappone. Il mondo degli anime si sta diffondendo letteralmente ovunque al giorno d’oggi, vediamo un po’ di capolavori!
Quando si pensa agli anime, di solito si pensa al Giappone. Ma negli ultimi anni la scena mondiale è esplosa con produzioni in stile anime provenienti da Cina, Corea e persino dall’Occidente che possono competere con i migliori titoli giapponesi, soprattutto per quanto riguarda le scene di combattimento mozzafiato. Ecco alcune delle migliori:
Super Cube
In Super Cube, l’attenzione si concentra su battaglie dinamiche e brutali in cui i misteriosi “cubi” sbloccano abilità straordinarie. Ogni combattimento è pesante e strategico, come l’abile coreografia e la gestione dell’energia viste in Jujutsu Kaisen. Non è solo la forza grezza, ma anche l’intelligenza, la rapidità di adattamento e la pura forza di volontà a decidere chi vince. E proprio come The God of High School, Super Cube non è basato su un manga giapponese ma su una web novel cinese, dimostrando che il cuore degli anime non batte più solo a Tokyo.
Fog Hill of Five Elements
Un altro esempio straordinario è Fog Hill of Five Elements (Wu Shan Wu Xing), una produzione cinese che spinge l’animazione a livelli sbalorditivi. Le scene di combattimento in Fog Hill sono pura poesia visiva, fluida, esplosiva e carica di emozioni. Ogni mossa sembra una danza di potenza e grazia, in grado di rivaleggiare con le migliori battaglie di qualsiasi studio di anime giapponese.
The Outcast
Poi c’è The Outcast (Hitori no Shita), una collaborazione tra studi cinesi e giapponesi. Questo anime fonde le arti marziali tradizionali con elementi soprannaturali, creando battaglie tanto intense quanto intricate. Ambientato in epoca moderna, segue la storia di Chou Soran, uno studente che rimane invischiato in un mondo nascosto di artisti marziali con abilità straordinarie. La serie combina combattimenti frenetici con una narrazione profonda, offrendo un’interpretazione unica del genere.
Nel 2025, la domanda non è più: “È un anime se non viene dal Giappone?”.
La vera domanda è: “Sembra un anime?”.
Oggi, il livello globale dell’animazione – soprattutto in Cina, Corea e Occidente – spesso eguaglia gli standard giapponesi in termini di fluidità, stile e narrazione emotiva. È più sensato parlare di “stile anime” piuttosto che limitarsi alla geografia. Un altro esempio è Blue Eye Samurai dello studio francese Blue Spirit, vincitore di quattro Emmy Awards e protagonista della 51ª edizione degli Annie Awards.
Grandi battaglie di anime al di fuori del Giappone. Super Cube, Fog Hill of Five Elements, Hitori no Shita e Blue Eye Samurai sono la prova che l’anime è ormai un linguaggio globale, parlato correntemente da artisti di tutto il mondo.